MARAN ATHÀ

(Il Signore viene, Ap. 22,20)

È del 1974 ed è il più grande di tutti i quadri presenti in S. Nicolao (m. 3,50 x 1,80).
Per il titolo è stata scelta l’interpretazione “Il Signore viene” al posto di “Vieni, Signore Gesù cioè Maranathà; infatti Maran athà intende affermare tutta la certezza e continuità della venuta del Signore. E un’opera pittorica densissima di significati simbolici, come l’Apocalisse di Giovanni da cui Grioni ha tratto l’ispirazione. “Semplicemente ho cercato di dare una forma e un colore a sensazioni che il testo giovanneo ha suscitato in me. Non senza difficoltà, anche se l’Apocalisse m’era ormai diventato un libro per così dire familiare”, così raccontava Grioni in un’intervista del 1975.
Il quadro si può vedere come una sequenza di 5 gruppi figurativi: a sinistra in alto, il 10 gruppo presenta il libro dei 7 sigilli con sotto alcuni simboli dell’apertura dei vari sigilli e i 4 cavalieri (spada, arco, bilancia, caduta del sole e delle stelle, ecc.) come si legge in Ap. Cap.5-6.
Il secondo gruppo figurativo raffigura (dal Cap. 12 dell’Apocalisse) la donna vestita di sole, anzi sole lei stessa con dentro il sole eucaristico perché è incinta. E coronata di 12 stelle sferiche, con la luna ai piedi e sotto il drago rosso che la insidia.
In alto, sulla metà verso destra (terzo gruppo), un semisole eucaristico (Ap. 1,17 ss) è adorato come il Primo, l’Ultimo, il Vivente da parte degli angeli delle 7 Chiese destinatarie del libro dell’Apocalisse.
In basso sulla destra, quarto gruppo, viene presentata una magnifica visione della terra nuova, in un dinamismo ascensionale e centripeto verso il sole eucaristico, l’Agnello sacrificato ora Signore del Cielo e della Terra.
La terra, splendida nei suoi più bei colori, come un prezioso diadema attorno al Cristo, offre tutta la ricchezza della grazia e dell’umanità redenta da ogni popoio e continente. Le linee, le figure geometriche danno scansione e ritmo forte e vibrante ai colori, che sembrano raggiungere l’intensità, la forza e l’armonia di una sinfonia universale (Ap. 21).
Infine, in alto a destra, quinto gruppo, (Ap. 4) ecco una porta nel cielo e un trono, il trono di Dio/sole, avvolto da un arcobaleno color smeraldo. Attorno al trono 24 seggi con 24 vegliardi in vesti bianche, come colonne ravvicinate nella prospettiva convergente verso il trono. Davanti al trono un mare trasparente raccoglie creature celebranti in un adorazione senza fine.
“Ed è proprio la profondità spaziale che nasce da un’esatta scansione dei volumi a creare - grazie anche all’apporto cromatico - un ritmo che ha in sè una suggestione fantastica e che, più propriamente, apre le porte ad una dimensione che travalica il contingente.” (Dalmazio Ambrosioni — Lugano 1975)