I "Dialoghi di vita buona" ripartono, con l'intenzione di aiutare la Milano, che si vede sempre più nei panni della metropoli europea, a trovare occasioni per ragionare sulle questioni che decidono il nostro futuro. Non ha senso dividersi in modo pregiudiziale, senza aver ascoltato le ragioni dell'altro: solo da un confronto reale e profondo può nascere quella stima che fa da base ad ogni legame sociale.
Lo scorso anno ci eravamo cimentati con la tematica dei confini, affrontando la questione delle migrazioni e la sfida che rappresenta per l’Europa. In questo secondo anno i "Dialoghi di vita buona" assumono come filo conduttore il tema della tecnica e l'influsso che ha nella vita umana. Da qui il titolo complessivo: Naturale/Artificiale.
L'esperienza diretta ci mostra come le invenzioni tecnologiche stanno trasformando la nostra vita. L'impressione che ne traiamo è che tra naturale e artificiale gli spazi di contiguità siano sempre più ridotti. Si respira un clima di contrapposizione e una voglia di supremazia: la natura deve essere superata.
Vogliamo il superuomo. Il mondo della ricerca ci insegna che i confini tra naturale e artificiale si vanno confondendo, facendo nascere la possibilità di un potere di manipolazione inimmaginabile. Nello scenario nuovo che si va delineando, dominato dalla tecnica e dalle scoperte scientifiche, come ritrovare lo spazio dei valori fondanti la nostra vita?
Naturale/Artificiale. Il dominio assunto dal secondo termine permette all'essere umano di potenziare il suo desiderio. Più di un pensatore legge nello sviluppo della tecnologia il riflesso assunto dal nostro desiderio mai sopito di immortalità. Come leggere e comprendere i mutamenti che un simile modo di pensare genera sulla comprensione che l'uomo ha di sé? I "Dialoghi di vita buona" sono un ottimo spazio per istruire il dibattito su mutamenti così grossi e al tempo stesso basilari per la costruzione della grammatica di comprensione della vita umana.
Naturale/Artificiale. Il mondo della cura, in tutte le sue dimensioni e in tutti i suoi significati (educativo, medico, istituzionale, religioso), è uno dei luoghi più coinvolti e toccati dalle trasformazioni in atto. Come rideclinare il concetto di potere, quale contenuto dargli, quali buone pratiche mostrare: anche questo è uno degli obiettivi dei "Dialoghi di vita buona".
Naturale/Artificiale. La tecnica si presenta oggi come un buon surrogato di ciò che era l'esperienza religiosa. Oggi ci si affida alla tecnica, convinti della sua onnipotenza. Le religioni non possono non sentirsi sollecitate. Per noi cristiani la sfida è lanciata: in questo mondo dominato dalla tecnologia occorre essere capaci di rendere ragione della nostra fede nel Dio di Gesù Cristo, testimoniando che l'amore è un “superparadigma” capace di battere il paradigma del superuomo: anche questo è sicuramente uno degli scopi dei "Dialoghi di vita buona", che ci permette di comprendere l'utilità di un simile strumento per la costruzione di una Milano veramente metropoli d’Europa.
S.E. mons. Luca Bressan
Vicario Episcopale per la Cultura, la Carità, la Missione e l'Azione Sociale
Arcidiocesi di Milano
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